Una volta Petrakov voleva mettersi a dormire, ma coricandosi mancò il letto. Diede una tal botta contro il pavimento che rimase a terra lungo disteso senza riuscire ad alzarsi.
Petrakov raccolse le ultime forze e si mise carponi. Ma le forze lo abbandonarono, cadde di nuovo bocconi e se ne restò lì lungo disteso.
Petrakov restò sul pavimento quasi cinque ore. Dapprima rimase semplicemente sdraiato, poi si addormentò.
Il sonno ritemprò le forze di Petrakov. Si svegliò perfettamente in forma, si alzò, fece alcuni passi per la stanza e si sdraiò con precauzione sul letto.
“Oh,” pensò “adesso dormo un po'”. Ma ormai il sonno gli è passato. Petrakov non fa che girarsi su un fianco e sull’altro e non riesce ad addormentarsi.
E questo, in sostanza, è tutto.
Daniil Charms, Casi, traduzione di Rosanna Giaquinta, Adelphi, 1990.
Piccolo refuso: “sveglio” invece di “svegliò”.
Riconoscenza e rimerito a K, grazie.
boja, è successo anche a me. però ero molto ubriaco. 🙂
belli i tuoi scritti.