Vendola, pugliamo l’Italia o itagliamo la Puglia?

8 November 2010

Come fa Nikita Vendola, aspirante candidato alle elezioni primarie del Centro-Sinistra, a pubblicare sul proprio sito risposte così demenziali come la risposta n. 10 della seguente intervista a “Italia Terra Nostra”?
E’ una risposta retorica?

http://www.nichivendola.it/sito/mcc/informazione/sul-san-raffaele-del-mediterraneo.html

Domanda n. 10:  Signor governatore sa che il suo amico don Verzé è socio d’affari di Berlusconi?

Risposta n. 10: No.


Praevalebunt, praevalebunt…

19 June 2010

L’Osservatore Romano, con la consueta carità dei seguaci di Paolo e Pietro, sputa sulla salma ancora calda di José Saramago. Gongola alla notizia della morte di un avversario dichiarato: non si tiene più nella pelle nel momento di poter finalmente cagare sul cadavere del nemico, secondo un comportamento coatto-rituale che si riverbera d’altronde nelle liturgie cannibaliche del cristianesimo.

Vengono sfoderati per l’occasione toni e concetti come quelli che risonavano ai tempi belli del Sant’Uffizio contro ogni “haereticam pravitatem”, giusto per far intendere che L’Osservatore Romano non vuole mascherarsi dietro banali ipocrisie e buonismi, ma piuttosto ingollare e gustarsi sino all’ultima goccia questo calice di ambrosia costituito dalla morte di uno scrittore acuto e illuminato.

José Saramago sarebbe stato “un uomo e un intellettuale di nessuna ammissione metafisica, fino all’ultimo inchiodato in una sua pervicace fiducia nel materialismo storico, alias marxismo”; avrebbe scelto “lucidamente” di autocollocarsi “dalla parte della zizzania nell’evangelico campo di grano”.

Santa Minchia, com’è evangelico!

Provoca accoramento nell’Osservatore Romano che lo scrittore si dichiarasse “insonne al solo pensiero delle crociate, o dell’inquisizione, dimenticando il ricordo dei gulag, delle ‘purghe’, dei genocidi, dei samizdat culturali e religiosi”.

Con la solita gara per cui “il mio genocidio  ce l’ha più lungo del tuo”, L’Osservatore Romano non manca di sottolineare come gli uccisi in nome di dio padre figlio spirito santo siano meno uccisi, oltre che meno numerosi, degli uccisi in nome dell’uguaglianza tra gli uomini. E non si capisce, peraltro, nelle farneticazioni vaticane, perché il privato cittadino signor José Saramago, scrittore di lingua portoghese cioè di una nazione da cui la teocrazia cristiana ha disseminato i suoi disastri nel mondo intero, dovrebbe farsi carico delle colpe dello stalinismo più di quanto l’istituzione millenaria della Santa Romana Chiesa Catt.Ap. non si sia fatta carico delle stragi e dei massacri fondati su essa fede cristiana.

Non può non intervenire, beninteso, lo spostamento abusivo e gesuitico del discorso di Saramago dall’immanenza alla metafisica, dalla letteratura alla teologia, laddove Saramago nei suoi romanzi parla proprio e solo di costruzioni umane, istituzioni storico-sociali, prodotti dell’immaginario ed elaborazioni dell’umana superstizione:

“Un populista estremistico come lui, che si era fatto carico del perché del male nel mondo, avrebbe dovuto anzitutto investire del problema tutte le storte strutture umane, da storico-politiche a socio-economiche, invece di saltare al per altro aborrito piano metafisico e incolpare, fin troppo comodamente e a parte ogni altra considerazione, un Dio in cui non aveva mai creduto, per via della Sua onnipotenza, della Sua onniscienza, della Sua onniveggenza”.

Che il teologo parli di logica, inoltre, è assolutamente fuori luogo, anzi costituisce un affronto al buon gusto e alla decenza intellettuale, tanto più se oggetto del contendere non è o non dovrebbe essere un sistema filosofico-ideologico bensì l’opera creativa di uno scrittore (col che naturalmente non si vuol dire che l’opera di uno scrittore debba sottrarsi a ogni coerenza logica, anzi):

“Irriverenza a parte, la sterilità logica, prima che teologica, di tali assunti narrativi, non produce la perseguita decostruzione ontologica, ma si ritorce in una faziosità dialettica di tale evidenza da vietargli ogni credibile scopo”.

Non praevalebunt?

Praevalebunt, praevalebunt.


NUOVO RACCONTO

23 August 2009

Negli ultimi tempi il reality show dell’autoritarismo sberluconiano ha toccato punti ignominiosi della sua parabola storica. Che la sensibilità politica dei ‘cattolici’ (qualunque cosa questo termine significhi, partiti o vescovi o base elettorale) sia stata toccata, almeno in parte, soltanto dai recenti episodi di meretricio autocratico, piuttosto che dalle autentiche infamie perpetrate a suo tempo da Sberluconi a livello di giure istituzionale, la dice lunga sugli effetti malsani che il cattolicesimo politico tuttora spande nella vita pubblica italiana (per tacere di quella privata).
In veste di telemagnàte, Sberluconi ci ha devastato il fegato con i suoi reality per tutti gli ultimi quindici anni. Chi di reality ferisce, di reality perisce. Adesso è ora di derealityzzarsi: raccontare un racconto diverso, se non proprio nuovo, per cercare di sottrarci almeno un poco alla saturazione dell’etere sberluconiano che ci va incrostando il metabolismo sino al punto di generare baccelloni ultracorporei cloni di se stessi.


il Segnale dell’Arfasatto

27 June 2008


Il numero attualmente in libreria di Il Segnale. Percorsi di ricerca letteraria ospita tra le sue pagine di encomiabile sobrietà quattro pezzi petulanti delle Filippiche e lamentazioni di Tristrano Arfasatto, ovvero che cosa ci fa un odradek a tre tempi svaccato in cima alla tazza  procariota nel meriggio dell’apocatastasi? (Poemi per pulirsi il podice). Questo singolare fenomeno editoriale si deve alla benevolenza di Paolo Giovannetti e Lelio Scanavini, che hanno affrontato ardui ostacoli pur di guadagnare la pubblicazione ai versi inconsulti dell’Arfasatto. Ne saranno lautamente ricompensati nel paradiso della poesia: intanto gliene rendo merito su queste sparute pagine web.

I testi che si impongono all’attenzione dello scelto pubblico del “Segnale” vanno sotto i seguenti titoli o incipit:
XVIII. Generalissimo,
XL. Crepascolare,
XLVIII. Il mondo è già finito,
L. Mi piacerebbe morire di crepacuore.

Li accompagna la seguente nota biobibliografica:
Tristrano Arfasatto custodisce sul proprio comodino da notte un santino di Antonio Delfini, e non manca di rivolgere puntuali bestemmie all’indirizzo del Primo Mobile. Con l’esibizione in luogo pubblico della propria sbracata soggettività, ambisce a farsi turiferario di una poesia che non pretenda di far piangere i sassi, né di far sanguinare le madonne o le rape: piuttosto, imbastisca attraverso i suoi ridicoli casi un vademecum all’incontrario del dubbio edificante e dell’agitazione ragionativa. Se poi non riuscirà a sollecitare il ghigno del lettore, almeno gli avrà fornito un paragone con cui alimentare il suo complesso di superiorità.

“Il Segnale”, pubblicazione quadrimestrale dell’Editrice I Dispari, anno XXVII, numero 80, giugno 2008, euro 5, si trova nelle seguenti librerie: le Feltrinelli di Milano (Corso Buenos Aires, Duomo), Genova, Brescia, Padova, Mestre, Ravenna, Siena, Pescara, Bari; ancora a Milano presso Cuem Statale, Libri & caffè, Archivi del Novecento, Rizzoli in Galleria; e poi Libreria 92 di Arcore; Libreria Alphabeta di Asti; Rinascita di Verona; La Rivisteria di Trento; Libreria delle Moline di Bologna; Arsenico e vecchi merletti di Civitavecchia; Cibo per la mente di Roma; Libreria dell’Isola di Stromboli.

e-mail: segnale@fastwebnet.it


Le Nubi 3

29 May 2008

La prestigiosa rivista di cultura verbofigurativa “NUBI”, bidiretta da Sparidinchiostro e Boris Battaglia, ha liberalmente offerto ospitalità anche a uno sbaraccato della blogosfera come l’Arfasatto. In tempi di pogrom xenofobi e ronde squadriste bisogna rendergliene merito.

Le “NUBI” qui si possono scaricare, stampare, fotocopiare, cedere ad amici o nemici, guardare e persino leggere: in un senso o nell’altro, perché i sensi sono due quanti i bidirettori, ciascuno con la sua brava copertina, ciascuno agli antipodi dell’altro.

Da una parte Sparidinchiostro
– Tema di Samantha bambina
– Non è sciocco se è shock!?, Arfasatto
– Somiglianza di Famiglia, Fabio Guarnaccia
– Fratelli di Carta, oltre il genere Graphic Novel, Michele Ginevra
– Inserzione a pagamento
– Delle produzioni e autoproduzioni rispettabili, Samatha Luciani
– Love Numbers, Cherebroleso
– Di fumetti, soldati e altre avventure, Marco Gottero

Dall’altra parte Boris “ippoghigno nella bruma” Battaglia
– Il fumetto e la pasta con i broccoli, Lorenzo Sartori.
– Watchmen, ovvero il mondo salvato dai pensionati, Davide L. Malesi
– Di cosa scrivo quando scrivo, e perché scrivo quello che scrivo, Diego Cajelli
– Spiegare per immagini, Claudio Nader
– Perché non leggo i fumetti, Monica Poiccard

In mezzo il solito scazzo.


Dell’Untri vuole riscrivere i libri di storia: tutti lui

9 April 2008

Il noto magnate del crimine organizzato Marcie Dell’Untri ha dichiarato che, se vincerà le elezioni, riscriverà i libri di storia: tutti. E tutti lui, eh! Uno per uno!

Quando si dice i miracoli della bibliofilia!

Non s’illudano i professori di letteratura, scienze, matematiche: poi toccherà anche ai libri delle loro materie.

Marcie Dell’Untri ha infine dichiarato che in caso di vittoria elettorale darà seguito a quello che è sempre stato il suo più grande desiderio: interpretare una performance ad Auschwitz nella parte di un internato omosessuale ebreo negro di nome O’Baracche che viene sodomizzato e torturato analmente sino all’agonia da un mangano elettrico.


Beccheria Diaz, la scuola dei dittatori

31 March 2008

Assolutamente tranquillo, si dice

De Gennaro, rinviato a giudizio

per turbativa di stato democratico:

crearlo caudillo dell’immondizio

a Napoli, era già pena rieducativa

o sottile allegoria del suo stallatico?


Gli uccelli – Sincronie

12 January 2008

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Gli uccelli – Parole sante

28 December 2007

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Gli uccelli – Idillio domestico

23 December 2007

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