Diario enterologico

12 August 2008

In ossequio alle forme più intimistiche di scrittura della blogosfera, e sostanzialmente in linea con l’offerta giornalistica stagionale (fatta eccezione per l’intermezzo della guerra di Georgia-Ossezia), siamo lieti di informare i nostri diletti lettori che in data odierna l’Arfasatto ha prodotto 6,33 ettogrammi di escrementi umani: di consistenza morbida, di volume pieno e corposo, a cilindratura uniforme, di colore bruno e caldo, dai riflessi biondo scuri, di aroma penetrante e durevole, con retrodore di sottobosco collinare, idrocarburi esausti e poliuretano espanso; vi si rilevano sparse granulosità nocciolate.


Via Veneto sive Fontainebleu

12 June 2008

Il presidente Dabia Bush, a sinistra nella foto, esprime la sua fratellanza al presidente Sberluconi, mentre l’eminenza grigia Di Letta monitora l’evento dallo sfondo e prepara i donativi per l’amico americano.


Perinde ac caDadàver

14 May 2008

Un manifesto per la libertà di parola,
un alzabandiera di ammirevole coerenza etica,
un documento di rara profondità culturale,
da meditare in tutte le scuole del regno…


Terapia Luttazzi

15 December 2007

“Dopo 4 anni guerra in Iraq,

3.900 soldati americani morti,

85.000 civili iracheni ammazzati

e tutti gli italiani morti sul campo anche per colpa di Berlusconi,

Berlusconi ha avuto il coraggio di dire

che lui in fondo era contrario alla guerra in Iraq.

Come si fa a sopportare una cosa del genere?

Io ho un mio sistema: pensare a:

ferrara-a-mare.jpg

Giuliano Ferrara immerso in una vasca da bagno

con Berlusconi, Dell’Utri e Previti che gli pisciano addosso

e gli cagano in bocca,

e la Santanchè in completo sadomaso che li frusta tutti.”

Queste frasi sono state la causa prossima del licenziamento di Luttazzi e della soppressione di Decameron. La7 preferisce, quanto meno, coltivarsi la benevolenza di un irsuto avversario del preservativo e mandante morale dell’Aids (nonché di Sberluconi) come Giuliano Ferrara.


Poltrone d’orate: re fuso sul “Corsaro della Pera”

7 December 2007

La qualità del lavoro e dell’opinione pubblica si misura anche dalle propensioni ittiologiche del monumentale “Corsaro della Pera”: che oggi, a proposito di una rinomata esibizione di manichini ossibuchivori, titola: POLTRONE D’ORATE.

orata.jpg

I notabili sedenti, costretti su così squamosi e viscidi sedili, non potevano fare a meno di scivolare viscidamente sul pavimento, risultando impossibile qualunque postura atta a conservarli seduti. Era tutto un argentino guizzare mucillaginoso di schienali e braccioli e regginatiche. Il lezzo di pesce giungeva sino alle nari di Nettuno: c’è del marcio, nel sottoscala.

Va’ pensiero sull’ali d’orate.


Encicliche che menata: e da che pulpito

1 December 2007

SPESALVI

Il berlusconismo ha esaurito,

pare, la sua spinta propulsiva:

ma ora ci restano, perlomeno,

tonnellate di merda da spalare via.

Rimboccarsi le maniche? Da mo’

il papismo ha esaurito, nonché brio,

ogni spinta propulsiva, epperò

continua a seminar di Beati franchisti

gazzette e cerimonie in eurovisione.

Sperare è bene, non sperare è meglio.

Fumus persecutionis


È nato! (Sonettoide) – XXIX

25 February 1997

Da quasi un mese arroccata nel cesso,

sulla sua atarassia intestinale

strizza le meningi e mi munge il sesso

per spasso, con la protesi dentale

mitrandolo: e col fumigante leppo

ch’esala mite dal covato mucchio

di merda, onde scricchiola il coppo zeppo,

l’incensa, e litània: “Pio padre, un succhio

su, baciami il culo, un succhio, ti prego,

ché un tòcco aguzzo di stronzo m’ingolfa!”

Ma soavi voci zittiscon la solfa:

“Dolce figliola… putre otre di sego,

ciscranna incipriata, cisposa troia,

paga lo scotto e ti cavo la foia!”

All’emorroide croia

la ventosa avvinghio del mio labbro:

pompando come mantice di fabbro

dei polmoni la spugna;

sturo la tana pelosa del coso,

angue che sguiscia, tenace, colloso,

tra i cuscini di sugna

in cui ribolle il sugo della prugna,

e casca come testa ai piè del boia.

“Ei piovve tal qual ploia,

nacque come scoria di mangiatoia:”

geme la mamma, “Venite odoremus!

Portonemque meum inferni charta nettemus.


Il dominio dell’etere – XLV

4 February 1997

Votate votate votate!

il primo di aprile

non siate pesce in barile.

Onore al Presidente Incaricato,

onore al Generale al Deputato al Ministro,

onore a Sua Eminenza,

riverisco il Povero Cristro

(non se ne può fare senza).

La Ggente ci ha raggione da vende’

(assieme al Cliente)!

Somma gloria al Valsente.

Via copule e violenza dalle televisioni!

i poveri bambini poverini…

Fate largo invece all’Equestre Sberluconi

(giù tutti carponi

col gluteo alle stelle,

la testa dai sabbioni

nessuno vi disvelle)!

Appicca rivoluzioni

in tasca ai ceti medi

(fa i salti mortali

e ricade sui due piedi

o a cavallo dei capitali

o sui conti segreti

correnti a gambe levate.

Cogli industriali in congrega

si spara una sega:

ciascuno presta una mano al collega,

lui è l’alfa e l’omega.

E non sembra che abbia

la monopoliomielite

e lo roda la rabbia

e villeggi alla clinica Dite).

Incenso alla CEI,

oro all’Opus Dei

(la mirra la tenga pure lei).

Chi votava il crocifesso

non si turi più il naso,

venga fuori dal cesso

e me! me voti adesso!

Nessun compromesso

ma solo condoni

e lavoro a milioni

(va loro riconosciuto

il valore di uno sputo screziato

di etica all’ultimo minuto).

M’inchino a Mon Teschiò:

il legislativo alla mia destra,

l’esecutivo alla mia sinistra,

il giudiziario è il dilemma:

mozzate la testa

ai giudici assassini!

soffocate nel sudario

i procuratori bambini

(non dite al bottegaio

che, col suo, annaffia

il voto della mafia)!

So’n omo d’un pezzo

io, mica d’un paio:

conciono con sinàfia,

a dure marce avvezzo,

all’afa e al rezzo,

non è già da sezzo

che lasciai il capezzo!

Noi siamo i nuovi, i nuovi

padroni, che ciò ci giovi:

costoro ci faccian da bovi.

Altri si ficchi nel sacco

la piva con tutte le fanfare:

io mi tengo stretto stretto

il mio particulare:

plauso al mio pacco!

Anziché averlo nel retto,

lotta, lotta di classe!

che non è acqua, non fa difetto!

A me quel ch’è mio!

quant’è vero iddio…

E il resto che si fotta!

A noi le casse di risparmio,

le casse di risonanza, a noi!

le grancasse e la finanza!

Lo Stato ci fa torto,

a noi tutta la potta!

A loro le tasse le imposte

le carcasse le croste

le casse da morto!

(Applausi)