L’Arfasatto si compiace di condividere con tutti voi, promettenti marinai e lupi di mare del mare dell’oggettività, le Cronache degli informi del Duca di Modena, rispolverate tra le annate più malconce del «Caffè» di Giambattista Vicari grazie all’acribia filologica del nostro inappuntabile emissario Tristrano Arfasatto.
Si deve alle lentezze o ristrettezze della Biblioteca di *** se questi preziosi documenti possono qui rivedere la luce del vostro intelletto. Le pessime condizioni materiali del «Caffè» (dei suoi primi numeri almeno, risalenti agli anni 1953-1960 dell’era neozoica) avrebbero da tempo dovuto consigliare al Conservatore di trasferirlo su microfilm o altro supporto meno deperibile. Le sue pagine originali si sfarinano ormai tra le dita del raro lettore. Se poi le dita sono quelle del nostro emissario Tristrano Arfasatto – la mortalità dei cui fluidi ed escreati palmari è a tutti nota – bisogna riconoscere che la collezione del periodico «politico e letterario» ha corso gravissimi rischi di estinguersi.
Mai d’altra parte avremmo osato affidare alle mani bucate dell’Arfasatto la cospicua phinanza necessaria a foto-copiare l’eventuale microfilm: ecco dunque che a causa della trascuraggine, della lungaggine, della sprovvedutezza del Conservatore della Biblioteca di ***, il nostro emissario ha potuto trarre una fedele e non esosa copia manoscritta dalla rivista stessa, in carta e ossa. A meno che non abbia né più né meno trafugato le preziose annate a nostra insaputa. Nel qual caso gli riserviamo tutta la nostra riprovazione e scarico di responsabilità, dichiarandoci disponibili a ossequiare e riverire il diritto degli aventi diritto, qualora dionescampi il loro diritto fosse stato leso nelle parti più sensibili e delicate.
Sono qui finalmente riprodotte, a grande richiesta, alcune pagine delle Cronache, rispettando sia la partitura originale del testo sia, quanto più possibile, le scelte compositive dell’editio princeps (quand’anche incoerenti). Sono corretti alcuni (pochi) refusi palesi.